Iljimae Returns

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Soldier*

Posted on 2/1/2016, 13:00

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Titolo: Iljimae Return
Pairing: Yong - Bong Soon
Autrice: Benio - Dani

Incipit:

[...] Dentro di sé in fondo sapeva bene che quel momento sarebbe giunto. Sapeva che
non era tutto finito in quella lontana notte. Sapeva… sapeva ciò che doveva fare.
Iljimae era tornato.

ATTENZIONE: QUESTA STORIA POTREBBE CONTENERE SCENE DI VIOLENZA O ESPLICITE

Nota: [DA LEGGERE PRIMA DI INZIARE LA LETTURA]

Questa è una fan-fiction che ho cominciato qualche anno fa e c'era anche una fan che attendeva il seguito sul sito dedicato alle fanfiction. Per una serie di motivi a un certo punto ho smesso di scriverla.
Ho deciso di postarla qui perché spero che questo mi dia la spinta necessaria per continuarla e infine concluderla!
Fatemi sapere se vi piace!! Grazie a chiunque vorrà leggerla!

*Benio*

• Capitolo Uno

I suoi occhi guardavano lo spazio desolato che aveva davanti a sé senza guardarlo veramente.
Yong guardava quella terra bruna tempestata di erba verde o cotta dal sole senza guardarla veramente.
I suoi pensieri erano lontani. I suoi ricordi erano lontani. Fermi e bloccati a una sera di quattro anni prima.
Una sera in cui aveva deciso di andare via da tutto e da tutti per riuscire a dimenticare. Per tentare di ricominciare. Lontano. Ma i ricordi non lo abbandonavano mai.
Quegli stessi ricordi lo riportavano a quando indossava una maschera nera, a quando si nascondeva al buio e anche al sole. Di giorno e di notte il suo volto era sempre coperto e nascosto. Di notte dall'oscurità e dal nero della sua maschera, di giorno dalla coltre di menzogne che diceva per proteggere se stesso e i suoi cari.
La ricerca al limite dell'assurdo che aveva condotto per trovare l'assassino di suo padre, l'uomo che gli aveva portato via tutto, nome, famiglia, affetto l'aveva reso quasi folle.
Spesso ci ripensava quando come in quel momento si trovava a fissare quella terra che sembrava non avere limiti o confini davanti ai suoi occhi. Ripensava alla follia alla pazzia che l'aveva colto e alla rabbia che ancora oggi nonostante tutto continuava a divorarlo da dentro, perché infondo lui sapeva bene che la sua missione non si era mai completata: l'assassino di suo padre era ancora vivo.
L'assassino di suo padre era il re.
Ma come avrebbe potuto uccidere il re? Come sopportare che la sua stessa famiglia aveva ucciso suo padre? Come poter credere che forse il suo ultimo parente rimasto non portava che distruzione sul suo cammino?
Era stato troppo. Davvero troppo. Sebbene il re avesse potuto uccidere suo fratello, lui non era riuscito a uccidere suo zio.
Suo zio!
Chiuse gli occhi. E riapparve nella sua memoria il volto della nobile signorina da cui il suo cuore era stato rapito. Bello, dolce e tenero. Era stato sul punto di dare la vita per lei. E avrebbe dato la vita per lei.
Questa considerazione gli riportò alla mente un altro volto, quello di Bong Soon. Lei era stata pronta a rischiare la vita per lui.
Lui le doveva la vita. Ogni volta che ci pensava Yong sentiva forte il senso di colpa attanagliarlo.
Le aveva offerto la sua mano da stringere nelle avversità e alla prima prova di fiducia l'aveva ritirata senza un secondo pensiero.
Lo sguardo negli occhi colmi di lacrime di Bong Soon in quel momento continuava a tormentarlo.
Sì, si sentiva sempre in colpa quando pensava a lei e più di ogni altra persona era quella che desiderava rivedere di più.
Stava bene? Era riuscita a ricostruirsi una vita? Forse ormai era innamorata di un altro?
Non si sarebbe sorpreso se fosse stato così. Bong Soon innamorata di un'altro? Non riusciva a immaginarselo. Ma di certo avrebbe voluto rivederla.
Quattro anni… erano già passati quattro anni. Yong si alzò in piedi, una decisione ormai già presa.

La capitale non sembrava essere cambiata durante quegli anni.
Yong camminava per le sue strade con un sentimento che era indefinibile. La costante impressione che da un momento all'altro uno dei suoi vecchi compagni l'avrebbe fermato e salutato come ai vecchi tempi.
Inizialmente la nostalgia mista alla felicità di essere ritornato a casa non gli fece notare quanto la realtà gli presentava davanti agli occhi.
Era proprio come aveva pensato inconsciamente, la città non era cambiata durante quegli anni.
La povertà che c'era per le strade era tanta che quasi si riusciva a respirare, mentre da una parte senza nemmeno avere la compiacenza di nascondere il proprio misfatto, le guardie reali malmenavano un poveretto.
Come richiamato da quella strana forza che governa le vite degli uomini e chiamata destino, le urla di alcuni soldati richiamarono l'attenzione della gente per far passare il monarca.
Anche lui era ancora lo stesso. Non aveva rispettato il giuramento che gli aveva fatto.
Yong si girò in quella direzione e i suoi occhi lo videro. Il suo odio sembrò risvegliarsi improvvisamente nutrito dal suo antico rancore e i quattro anni che l'avevano separato da quel momento sembrarono non essere mai trascorsi.
Dentro di sé in fondo sapeva bene che quel momento sarebbe giunto. Sapeva che non era tutto finito in quella lontana notte. Sapeva… sapeva ciò che doveva fare.
Iljimae era tornato.

• Capitolo Due

• Capitolo Tre

• Capitolo Quattro

• Capitolo Cinque

• Capitolo Sei

• Capitolo Sette

• Capitolo Otto

• Capitolo Nove

[CONTINUA...]